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Michelangelo: una stanza tutta per sé

MichelangeloA quanto sembra, non solo Virginia Woolf reclamava la necessità di una stanza privata in cui raccogliersi e lavorare se anche Michelangelo, alcuni secoli prima e probabilmente senza tutte le implicazioni ideologiche della grande scrittrice, aveva sentito il bisogno di richiedere uno studiolo appartato e tranquillo, lontano dagli sguardi dei curiosi, quasi segreto, dove elaborare i suoi progetti. Da sempre si era pensato che l’appartamento di Michelangelo durante il suo soggiorno romano fosse stato vicino alla Basilica di San Pietro, ma nessuno aveva mai saputo esattamente dirne la dislocazione in assenza di documenti o tracce che potessero in qualche modo dare degli indizi. La notizia di prove certe dell’esistenza del laboratorio all’interno della Basilica, presso la Cappella di San Leone Magno, è apparsa su La Repubblica, il 9 Febbraio scorso. Infatti, durante l’allestimento della mostra Petros Eni, che la Fabbrica di San Pietro in Vaticano dedica alla Basilica e a San Pietro, nella ricorrenza dei 500 anni dalla sua fondazione, sarebbe stato rinvenuto uno scritto in cui si farebbe riferimento alla misteriosa stanza del Maestro. Il documento, contenente la lista di pagamenti da effettuare ad artigiani che lavoravano all’interno della Basilica, menziona anche, all’ottavo rigo, un incisore che avrebbe realizzato una chiave di un mobile collocato nella stanza segreta di Michelangelo. Sul documento che porta la data del marzo 1557 si legge: “A mastro Gianangelo scudi 10 per una chiave a un cassone che sta nella stantia in San Pietro dove se retitra messer Michelangelo”. Per Monsignor Comastri, presidente della Fabbrica di San Pietro, questa appare un’evidente prova del fatto che il grande scultore e architetto avrebbe davvero alloggiato presso la Basilica, non in un sontuoso appartamento bensì in uno studiolo di poche pretese dal quale, tramite una scala a chiocciola, era possibile accedere al cantiere allestito per realizzare la nuova Basilica. Con lui non pochi studiosi sono pronti a giurare che lo studio di Michelangelo si troverebbe nell’attuale Archivio della Fabbrica di San Pietro e a prova di questo starebbe il fatto che tutt’oggi nelle piantine interne dell’Archivio si trova una stanza detta “di Michelangelo”.
Sono da registrare, tuttavia, anche voci fuori dal coro: è il caso dello storico dell’arte Federico Bellini, docente dell’Università di Camerino, che sostiene che la realizzazione della struttura dove attualmente si trova l’Archivio sarebbe avvenuta dopo la morte di Michelangelo e dunque la stanza del Maestro sarebbe da ricercarsi altrove, sia pure sempre in Vaticano.
Il rinvenimento dello scritto appare counque una scoperta interessante che sembra aprire una porta alla possibilità di individuare la dislocazione esatta del laboratorio di Michelangelo, ovvero di quella “stanza tutta per sé” che il grande maestro ancora sembra volersi riservare.

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