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L’italiano con il cinema: Claudia Cardinale (parte terza)

claudiacardinaleImpariamo l’italiano con la terza parte sulla vita di Claudia Cardinale (Tunisi, 15 aprile 1938), una delle attrici più famose del cinema italiano. La prima parte si trova qui. La seconda si trova qui.

Leggi il testo tratto e adattato da Wikipedia ed esegui gli esercizi.

  • ESERCIZIO 1Trasforma il testo al passato, usando a seconda dei casi passato remoto o imperfetto.

Dopo aver lasciato la casa di produzione del suo ex-marito, la Cardinale si aspetta che questi, sempre così distaccato, sia comprensivo e le permetta di rifarsi una vita, invece la sua reazione è meschina e vendicativa: le crea attorno il vuoto nell’ambiente cinematografico, per mettere fine alla sua carriera. Si ritrova quindi a pagare il raggiungimento della felicità privata con l’inattività professionale. Anche il suo nuovo compagno, Pasquale Squitieri da regista di successo si ritrova disoccupato, perché non trova produttori disposti ad inimicarsi Cristaldi. Dopo diciassette anni di lavoro ininterrotto, con almeno tre-quattro film all’anno, l’attrice rimane ferma per quasi due anni prima che Franco Zeffirelli la chiami per il ruolo dell’adultera nel suo Gesù di Nazareth televisivo. Le sembra di uscire da una lunga convalescenza e il fatto che le riprese si svolgano nella sua terra natale, in Tunisia, non fa che accentuare la sensazione di un nuovo inizio. Negli anni seguenti lavora ripetutamente con Squitieri, che l’affianca a Giuliano Gemma in Corleone (1977) e Il prefetto di ferro (1977). A quarant’anni può permettersi una seconda maternità desiderata, quanto tardiva, vissuta però con grande serenità, come un riscatto della prima.

  • ESERCIZIO 2. Unisci le frasi:
  1. Gli anni ottanta si aprono per la Cardinale con due film importanti, La pelle (1981) di Liliana Cavani e Fitzcarraldo (1982) di Werner Herzog, un’autentica avventura in Amazzonia: …
  2. L’interpretazione del controverso personaggio storico di Claretta Petacci in Claretta (1984), diretta per l’ennesima volta da Squitieri, …
  3. Recita poi nell’Enrico IV di Marco Bellocchio (1984), di nuovo a fianco di Mastroianni, e poi in La storia di Luigi Comencini (1986), uno dei suoi ruoli più drammatici, …
  4. Tuttavia ormai la sua attività si è spostata prevalentemente in Francia, …
  5. Dopo la vita nomade da attrice internazionale, con base a Roma, nel 1989 si trasferisce stabilmente a Parigi, che sente come la sua vera città, …
  6. Solo già sessantenne la Cardinale debutta a teatro, accettando la proposta di Squitieri, …
  7. Nel 2000 recita nella commedia La Venexiana, adattata da René de Ceccatty, diretta da Maurizio Scaparro …
  8. Seguono nel 2002/2003 Come tu mi vuoi di Luigi Pirandello, messo in scena da Squitieri, rappresentato in una tournée teatrale in Italia, nel 2005 Doux oiseaux de jeunesse di Tennessee Williams, messo in scena da Philippe Adrien, …

a) le fa ottenere il Premio Pasinetti alla Mostra del cinema di Venezia e il suo terzo Nastro d’argento.

b) e nel 2006/2007 Lo zoo di vetro, sempre di Williams, diretto da Andrea Liberovici.

c) mentre in passato aveva rifiutato quelle prestigiose di Luchino Visconti e Giorgio Strehler, temendo la propria inadeguatezza.

d) «su quel set è successo veramente di tutto (…) Ci si chiedeva ogni giorno se saremmo riusciti a girare».

e) dove continua a lavorare ininterrottamente, anche se spesso i suoi film non arrivano in Italia.

f) perché ha bisogno di sentir parlare francese per sentirsi davvero a casa.

g) e rappresentata al teatro Rond-Point di Parigi.

h) che le richiede di apparire prematuramente invecchiata.

  • ESERCIZIO 3. Inserisci le preposizioni mancanti

Dedicatasi _____ recitazione in maniera piuttosto casuale, la Cardinale ha mantenuto per tutta la carriera un atteggiamento piuttosto naif verso il proprio lavoro, convinta di non esserselo né conquistato né meritato.
Nei suoi primi film ha recitato letteralmente terrorizzata, salvata solo _____ propria fotogenia, finché con il suo primo vero ruolo importante, drammatico, in Un maledetto imbroglio, grazie a Pietro Germi ha cominciato _____ capire veramente ed apprezzare il mestiere dell’attore: «Pietro Germi è stato il primo che mi ha insegnato che cos’era veramente la recitazione»,«mi si è messo vicino, durante la lavorazione _____ film, e mi ha spiegato, scena per scena, cosa significava, cosa dovevo esprimere»E soprattutto ha cominciato a capire quale fosse il proprio “metodo”: «Mi sono resa conto (…) che _____ recitare usavo molto la mia vita interiore, che il mio modo di essere attrice era di mettere me stessa dentro i miei personaggi. Il mestiere del cinema, non per scappare dalla vita, ma per viverla meglio di come ho vissuto la vita vera: se non altro _____ più sincerità e consapevolezza.» Se Un maledetto imbroglio di Germi ha segnato l’inizio _____ sua evoluzione come attrice, l’esperienza del Gattopardo con Luchino Visconti ne ha segnato invece la maturazione. Visconti le ha insegnato, soprattutto, ad avere una piena consapevolezza del proprio corpo: «mi ha insegnato a guidare, e a non farmi guidare ciecamente dal corpo. Mi ha restituito, se così posso dire, uno sguardo, il sorriso».I molti, proficui rapporti professionali e anche personali instaurati _____ corso della sua carriera con diversi registi, da Germi a Zurlini, da Bolognini a Visconti, l’hanno convinta che il rapporto stabilito sul set con il regista sia determinante _____ la riuscita del film: «Considero che la cosa più importante, per fare bene il lavoro di attore o di attrice, sia l’atteggiamento verso il regista. Con lui penso che debba esistere una specie di transfert: l’attore deve capire quello che il regista si aspetta e a questo punto gli basterà seguire quella prima intuizione, una specie di impulso. Il segreto è _____ lasciarsi andare.»

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