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Italiano con la letteratura: un esercizio di lessico con la fiaba di Cicco Petrillo

Roma verso sera

Roma verso sera

Questa che segue è una divertente novella  romana tratta dalla raccolta Fiabe italiane di Italo Calvino e intitolata Cicco Petrillo. Leggetela con attenzione e spirito umoristico, poi fate l’esercizio di lessico che la segue e che consiste nel sostituire le espressioni che trovate in neretto nelle frasi con le altre presenti nella novella.

“C’erano una volta marito e moglie che avevano una figlia femmina e avevano trovato da maritarla. Il giorno delle nozze avevano invitato tutti i parenti e dopo lo sposalizio si misero a tavola. Sul più bello del pranzo venne a mancare il vino. Il padre disse alla figlia sposa: – Va’ giù in cantina a prendere del vino.
La sposa andò in cantina, mise la bottiglia sotto la botte, aprì la spina e aspettò che la bottiglia si riempisse. Intanto che aspettava, cominciò a pensare: «Oggi mi sono accasata, di qui a nove mesi mi nascerà un figlio, gli metterò nome Cicco Petrillo, lo vestirò, lo calzerò, diventerà grandicello … e se Cicco Petrillo poi mi muore? Ah? Povero figlio mio!» e sbottò in un pianto, un pianto da non dirsi.
La spina intanto era sempre aperta, e il vino correva giù per la cantina. Quelli al pranzo aspettavano la sposa, ma la sposa non ricompariva. Il padre disse a sua moglie: – Va’ un po’ in cantina a vedere se quella là si fosse addormentata, alle volte!
La madre andò in cantina e trovò la figlia che piangeva da non poterne più. – Che hai fatto, figlia? Cosa t’è successo?
– Ah, mamma mia, stavo pensando che oggi mi sono maritata, tra nove mesi farò un figlio e gli metterò nome Cicco Petrillo; e se Cicco Petrillo poi mi muore?
– Ah, povero mio nipote!
– Ah, povero figlio mio!
E le due donne sbottarono a piangere tutt’e due.
La cantina, intanto, si riempiva di vino. Quelli che erano rimasti a tavola, aspetta il vino, aspetta il vino, il vino non veniva. Disse il padre: – Gli sarà preso un colpo a tutt’e due. Bisognerà che vada a darci un’occhiata.
Andò in cantina e trovò le due donne che piangevano come due creature. Disse: – E che diavolo v’è successo?
– Ah, marito mio, sapessi! Stiamo pensando che ora questa figlia nostra s’è maritata, e presto presto ci farà un figlio, e a questo figlio gli metteremo nome Cicco Petrillo; e se Cicco Petrillo se ne muore?
– Ah! – gridò il padre – Povero Cicco Petrillo nostro!
E si misero a piangere tutti e tre, in mezzo al vino.
Lo sposo, non vedendo tornar su più nessuno, disse: – Ma che accidente staranno a fare giù in cantina? Fatemici andare un po’ a vedere .- E scese giù.
A sentire quel piagnisteo: – Che diavolo v’è preso? Perché piangete?
E la sposa: – Ah, marito mio! Stiamo pensando che noi ora ci siamo sposati, e faremo un figlio e gli metteremo nome Cicco Petrillo; e se Cicco Petrillo nostro se ne muore?
Lo sposo da principio stette a vedere se per caso facevano per scherzo poi, quando capì che facevano sul serio, gli saltarono le paturnie e cominciò a urlare: – Che eravate un po’ tonti, me l’immaginavo, ma fino a questo punto non me l’aspettavo proprio! E adesso mi toccherà perdere il mio tempo con questi mammalucchi? Ma manco per sogno! Me ne vado per il mondo! Sissignori! E tu, cara mia, mettiti l’anima in pace che non mi vedrai mai più, a meno che, girando il mondo, io non trovassi tre matti peggio di voi! – E se ne andò via. Uscì di casa e non si voltò neanche indietro.
Camminò fino al fiume e c’era un uomo che voleva levare delle nocciole da una barca con la forca.
– Che fate, buon uomo con codesta forca?
– È un pezzo che ci provo, ma non riesco a levarne neanche una.
– Sfido! Ma perché non provate con la pala?
– Con la pala? Tò, non ci avevo pensato.
«E uno! – disse lo sposo – Questo qui è più bestia ancora di tutta la famiglia di mia moglie».
Camminò, finché non arrivò a un altro fiume. C’era un contadino che s’affannava ad abbeverare due buoi col cucchiaio.
– Ma che fate?
– Sono qui da tre ore e non sono buono a cavare la sete a queste bestie!
– E perché non gli lasciate mettere il muso nell’acqua?
– Il muso? Eh, dite bene: non ci avevo pensato.
«E due!», disse lo sposo e andò avanti.
Cammina, cammina, in cima ad un gelso vide una donna che teneva in mano un paio di brache.
– Che fate lassù, buona donna’
–  Oh, se sapeste! – gli disse quella – Il mio uomo è morto e il prete m’ha detto che se n’è salito in Paradiso. Io sto ad aspettare che torni giù e rientri nelle sue brache.
«E tre! – pensò lo sposo – Mi pare che non s’incontra che gente più tonta di mia moglie. È meglio che me ne torni a casa mia!»
Così fece e si trovò contento, perché si dice al peggio non c’è mai fine.”

Esercizio:
1. L’atteggiamento di sua madre, che non voleva lasciarlo partire era molto irritante: ogni occasione era buona per dare il via ad un lamento insistente.
2. Un tempo erano i suoi genitori a decidere quando la figlia ormai era arrivata all’età in cui bisognava farla sposare.
3. La notizia è stata così inaspettata e scioccante che al povero Mario è venuto un accidente.
4. Che teneri questi due bambinetti, hanno solo pochi anni di vita e già pensano come un adulto!
5. Stasera ho un appuntamento dal dentista, vado a farmi togliere un dente. Che paura!
6. Il giorno del matrimonio ci sarà una grande festa che coinvolgerà tutto il paese.
7. Più male di così non avresti potuto comportarti nei confronti della tua amica!
8. Angelo s’adoperava moltissimo affinché tutte le cose trovassero la loro giusta collocazione e l’operazione andasse a buon fine, mentre gli altri stavano a guardare.
9. Alla fine non ne poté più e scoppiò in una serie di insulti che mai e poi mai avremmo potuto immaginare potessero uscire dalla sua bocca!
10. Come si fa a essere così stupidi da non accorgersi che il resto era sbagliato e che mancavano ben 35 Euro?
11. Come sei ridicolo con quei mutandoni: sembrano quelli di tuo nonno!
12. Per il ballo al castello indosserò delle scarpette di cristallo più belle di quelle di Cenerentola, e al diavolo il mal di piedi!
13. Non gli si può parlare, oggi ha la luna per traverso e si arrabbia per un nonnulla.
14. Ti permetterò di tornare a casa dopo le 11 di sera quando sarai un po’ più cresciuto di adesso; per ora non se ne parla!
15. Ma che diamine sta dicendo? Non si capisce una parola! Cos’è, un extraterrestre forse?

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