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Italiano con la letteratura: Emilio Salgari e una novella marinaresca di Mastro Catrame – terza parte

nave a tre alberi

Terza parte e ancora esercizi…

Esercizio 1. Individuate il significato corretto delle seguenti parole e/o espressioni (che trovate nel testo) tra le tre possibilità suggerite.

mise in subbuglio: a) annerì; b) placò; c) agitò
legno: a) vascello; b) crocefisso; c) timone
rattoppati: a) scricchiolanti; b) battuti dalle onde; c) riparati alla bell’e meglio
carcassa: a) ossatura; b) cadavere; c) scatola
sbrindellandoci: a) legandoci; b) stracciandoci; c) sciogliendoci
volgemmo i talloni: a) pregammo; b) facemmo dietro-front; c) scappammo
strida: a) paia di zampette; b) pulci succiasangue; c) grida acute
orde: a) masse; b) bestie; c) mostri
viscere: a) mucchi; b) interno; c) radici
mettendo sottosopra: a) sconvolgendo; b) incattivendo; c) infuriando

Esercizio 2. Pochi verbi, ma difficili: coniugateli al modo e al tempo corretti seguendo la logica della narrazione.

Dopo una penosa navigazione il nostro vecchio legno era giunto all’altezza delle Faeröer, gruppo d’isole che si trova a circa mezza via fra le coste settentrionali della Scozia e quelle meridionali dell’Islanda, quando fummo assaliti da un orribile tempaccio che mise in subbuglio il mare e il cielo.
Il nostro disgraziato legno rollava e beccheggiava disperatamente, e i suoi fianchi rattoppati si curvavano sotto l’impeto crescente delle onde.
Io cominciavo a vedermela un po’ brutta, perché temevo che quella vecchia carcassa da un momento all’altro (spezzarsi) ________ in due e la prua (fuggire) _________ lasciando lì la poppa. Mi rassicurai però, pensando che la nave era carica di legname e che le tavole di salvezza, in caso disperato, non mancavano.
Era calata la notte e il vento del Nord soffiava con estrema violenza sbrindellandoci le vele, quando vedemmo uscire dal boccaporto di maestra una massa nerastra che si stendeva pel ponte con rapidità straordinaria.
Sorpresi e un po’ spaventati, ci avvicinammo per vedere con quale specie di animali avevamo da fare. Immaginate quale fu il nostro terrore nello scorgere che da quell’apertura uscivano a migliaia e migliaia i topi della stiva. Volgemmo i talloni più presto che (potervelo) ________ immaginare e ci salvammo a prua e a poppa, armandoci di traverse, di aspe e di manovelle per combattere quel nuovo pericolo, che poteva essere più grave e più minaccioso dell’uragano.
Quella strana emigrazione pareva che non (finire) _________ più. Il boccaporto vomitava come un vulcano in piena eruzione; uscivano topi d’ogni razza e grossezza, con mille strida, e invadevano il ponte da una estremità all’altra, arrampicandosi su per gli alberi, su pei pennoni, su per i cordami.
In un quarto d’ora non vi era più uno spazio libero in coperta, eccettuati il cassero e il castello di prua, dove noi ci tenevamo, respingendo furiosamente quelle orde divoratrici a colpi di spranga e di manovella.
Pareva che non (loro-uscire) ________ dalla nave, ma dalle viscere della terra tanti e tanti erano. Io credo di essere al disotto del vero nello stimarne il numero a trecentomila. Mi capite! trecentomila topi, tutti affamati e che contavano di mangiarci vivi e ripulire le nostre ossa meglio d’un preparatore anatomico!
Bella prospettiva avevamo dinanzi agli occhi! L’uragano infuriava sempre, mettendo sottosopra il mare, il quale ci assaliva da tutte le parti, smanioso di sfondare la nostra arca di Noè; gli alberi minacciavano di piombarci sul capo assieme ai pennoni, e il ponte era coperto di topi, pronti a darci addosso e intaccare i nostri polpacci! In quel momento (io-dare) _________ la vecchia mia pelle per una pipata di tabacco.

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