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Incontri con gli “Artisti a km 0”: Ivano Cappelli.

Il primo dicembre 2011 si è tenuto l’ultimo incontro programmato dal Museo Pecci e l’associazione Aparte nell’ambito dell’iniziativa “Artisti a km 0”. Dopo le presentazioni di Murat ÖnolDuccio MantellassiBeatrice Gallori, la chiusura di questo ciclo è toccata a Ivano Cappelli, architetto, designer e street-artist.

Ivano ha introdotto la sua presentazione eseguendo una performance nelle sale adiacenti all’auditorium: ha srotolato un lungo foglio di carta e, inginocchiato a terra, circondato dagli spettatori e accompagnato da un rombo sordo che usciva dall’impianto stereo, con il carboncino ha disegnato il tracciato di un sisma. La terra trema è il nome del suo progetto, legato alla memoria sociale di quanti hanno vissuto il dramma dei bombardamenti in prima persona e dedicato a coloro che non vogliono dimenticare. Un’iniziativa democratica ed aperta, a cui tutti possono prendere parte.

S. M. Ivano, è stato un piacere conoscerti e partecipare alla tua serata per “Artisti a km 0”; potresti raccontarci il tuo “incontro” con l’arte e, in particolare, quando è nato il progetto “La terra trema”?

I. C. Il mio percorso artistico non è stato canonico: liceo artistico, accademia, gallerie d’arte. No, l’incontro con l’arte è avvenuto senza progettarlo e in questo, molto coerentemente con la mia storia personale. Certo, determinante è stato l’incontro all’università con Gianni Pettena e le sue lezioni di radical design e architettura radicale. Diciamo che l’architettura ai tempi dell’università è stato il mio primo approccio con l’arte. Poi però la professione mi ha deluso, mi sono sentito tradito: perché quelli che mi erano stati presentati come valori, nella pratica professionale venivano considerate velleità, diventavano impicci? Non mi si chiedeva di fare l’architetto, ma il tecnico e controvoglia l’ho fatto per quasi dieci anni; in questo periodo, però è nata in me la voglia di riscatto, il desiderio di uscire dalle regole, dalle norme e dalla grigia burocrazia. E come mi sono sentito libero con l’arte! Sì, penso che la mia voglia di fare arte sia voglia di libertà.

S. M. Durante l’incontro al Museo Pecci hai illustrato alcuni dei tuoi progetti e hai consegnato ai presenti un adesivo con il logo di una delle tue iniziative: ci chiami ad essere partecipi? Se sì, come ci chiedi di operare? Come possiamo seguirti?

I. C. Uno lo conosci già, è La terra trema. La serata al Pecci è stata un momento importante di grande soddisfazione personale ma, conoscendo bene la mia pigrizia, ho paura di non saper cavalcare bene l’ondata di possibilità che si apre, di non saper sfruttare il momento favorevole per promuovere una serie di interventi che amplierebbero i pezzi del puzzle della memoria. Sì, mi aspetto che molti amici partecipino al ciclo La terra trema e rinnovo l’invito a scrivermi (ivanocappelli.art |at| gmail.com) per programmare insieme gli interventi nelle città dei vostri viaggi. Sempre nel sito, spiego come realizzare gli interventi di street art. L’altro grande progetto, Segmenti di Linea Gotica, è davvero imponente. Mi entusiasma e preoccupa al tempo stesso. Ho realizzato soltanto il primo intervento, SEGMENTO UNO, ma perché abbia senso il progetto, dovrei intraprendere un vero e proprio viaggio della Memoria dal Tirreno all’Adriatico, forse a piedi e per alcune settimane, programmando le tappe, i punti di ristoro, la logistica per gli spostamenti miei e dei materiali per le performance. Sento che, se mai riuscirò a realizzarlo, sarà il lavoro più importante di tutta la mia vita. Vorrei essere ricordato per questo.

S. M. Quali altri progetti si affacciano nel tuo futuro artistico?

I. C. Quali progetti nel mio futuro?! Beh, diciamo che dei tre progetti, Dov’è l’uomo? è quello più compiuto: l’aver collocato la scultura nel lager di Ebensee ha rappresentato per me un traguardo considerevole. Mi emoziona pensare che nel campo di concentramento dove tanti pratesi morirono, ci sia una scultura di un pratese. Sono rispettosamente orgoglioso di questo. Diciamo che forse potrebbe proseguire il viaggio dell’installazione multimediale che aveva preceduto la scultura, ma per il momento punto più a far crescere gli altri due progetti.

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