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“The Sky Crawlers” di Mamoru Oshii e “Il seme della discordia” di Pappi Corsicato

the sky crawlerTHE SKY CRAWLERS di Mamoru Oshii

In un mondo colmo di benessere e di pace gli uomini sono stati privati del loro più  oscuro e radicato desiderio di distruzione.  Due compagnie, la Rostock e la Lautern, interpretando i bisogni della popolazione, hanno ideato una guerra-spettacolo in modo da sublimare attraverso l’intrattenimento queste indomabili pulsioni.
I Kildren sono i piloti (geneticamente modificati in modo da restare eternamente bambini) creati dalle due compagnie al solo scopo di condurre all’infinito un conflitto sempre uguale a se stesso, che si ripeterà alternativamente con la vittoria dell‘uno o dell‘altro schieramento.
Il film di animazione realizzato da Mamoru Oshii  è tratto da un romanzo di Hiroshi Mori.
I richiami alla società giapponese e a quella occidentale che, fiera della propria condizione di privilegio assiste passivamente  alla spettacolarizzazione del “male,” è evidente.
Oshii sostiene di non essere del tutto certo che lo stato di benessere di cui godono i “paesi sviluppati” sia realmente un bene: l’animalità che fa parte dell’uomo troverà altre vie per esprimersi, forse più infime e celate, ma altrettanto brutali.
Le affermazioni di Oshii, come qualcuno ha subito sospettato, non sono un elogio della guerra, ma una riflessione profonda sull’animo umano, un desiderio di  rompere il velo di falsità dietro il quale ci nascondiamo.
Le magnifiche immagini che mescolano grafica 3D e sfondi bidimensionali, curate in ogni dettaglio, trasmettono una sensazione di immutabilità, di ripetitività, la stessa che provano i protagonisti costretti nel perpetuarsi di un’esistenza priva di crescita, rinnovamento, evoluzione. Un’unica speranza si può trovare  nelle  parole del protagonista, che scoprendo la verità su se stesso riesce a comunque a trovare un senso: “ma oggi è diverso da ieri e domani sarà diverso da oggi. Puoi sempre cambiare il versante della strada in cui cammini ogni giorno, anche se la strada è la stessa, puoi ancora vedere nuove cose”.

il seme della discordiaIL SEME DELLA DISCORDIA di Pappi Corsicato

Il regista creando il personaggio di Veronica fa un’analisi accurata del mondo femminile, svelandone i desideri più impronunciabili e le paure più recondite, mettendo da parte il falso moralismo al quale siamo abituati a sottostare. Parla di una donna meravigliosamente bella e sensuale da far perdere la ragione, ma allo stesso tempo materna e sicura di sé, analizzando attraverso il suo personaggio anche il momento in cui viviamo. Circondandola di persone che rappresentano gli stereotipi della nostra società, ne dà  una versione divertente dove lo spettatore si ritrova a ridere di se stesso. Veronica è anche il simbolo di una crescita che l’essere umano può fare attraverso le esperienze della vita, negative o positive che siano.
Pappi Corsicato usa come sempre il suo spiccato senso dell’ironia e il suo stile visionario per mostrarci sullo schermo una realtà alla quale preferiamo non credere, un mondo che preferiamo immaginare faccia parte solo delle fiction.
L’autore scrive questo film ispirandosi liberamente ad un racconto dei primi dell’ottocento di Heinrich Von Kleist: La marchesa Von O. Aveva già partecipato a Venezia nel 1995 con I buchi neri.

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