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Attività didattica sul futuro composto: Castelli in aria

Castelli in aria Quest’attività serve per rinforzare l’uso del futuro composto.
Materiale occorrente: fogli bianchi nel numero degli studenti componenti la classe, colla, pennarelli. L’insegnante avrà cura, inoltre, di procurarsi il giorno prima, ritagliandole da riviste, alcune coppie di immagini che rappresentino dei cambiamenti di condizione: per esempio una donna bella e giovane e una anziana, oppure un bruco e una farfalla, oppure immagini tratte da fumetti come Paperino insieme a Batman, Shrek insieme all’immagine del Principe Azzurro, ecc.
La scelta delle immagini dovrà essere fatta in base al tipo di studenti: una classe composta da soggetti particolarmente creativi consentirà l’uso di immagini più fantasiose, una classe formata da elementi più concreti indurrà a scegliere soggetti più normali.

L’attività si divide in tre fasi:

1) L’insegnante invita gli studenti a cercare di fare ipotesi in coppie sul significato dell’espressione “Fare castelli in aria”. Dopo aver lasciato gli studenti fare inferenze tra loro, l’insegnante propone una discussione in plenum per arrivare a spiegare il significato dell’espressione. Una volta raggiunto questo punto il docente domanda se nelle rispettive lingue degli studenti esistano espressioni di analogo significato e chiede loro di tradurle e di spiegarle.

2) L’insegnante propone la lettura del seguente testo, anticipando che la protagonista è una giovane contadinella un po’ distratta e un po’ sognatrice, ma anche assai povera.

Castelli in aria.
C’era una volta una ragazza molto bella ma poco attenta che si chiamava Metilde e che non aveva niente da mangiare. Un giorno decise di chiedere a un contadino di regalarle una ricottina. Diceva: “Andrò da quel contadino per chiedergli una ricottina; quando mi avrà dato la ricottina, andrò in città e la venderò”.
Quando il contadino vide Metilde così bella e così dolce decise di darle la ricottina. Metilde la prese, preparò una piccola corona di erba e si mise in testa la ricottina.
Per strada Metilde pensava: “Ora andrò in città, venderò la ricotta per due soldi. Quando avrò avuto i due soldi comprerò due uova; quando avrò comprato le due uova, le terrò vicino a una gallina e nasceranno due pulcini. Dopo che questi pulcini saranno nati diventeranno due grossi polli, grossi grossi grossi. Quando saranno diventati grossi, li venderò e comprerò un agnellina. Dopo che l’agnellina sarà cresciuta avrà degli agnellini; saranno grossi grossi grossi. Appena li avrò venduti, comprerò una vitellina; quando sarà cresciuta, la venderò e comprerò due vitelli. Quando questi due vitelli saranno diventati grossi, li venderò e mi costruirò una bella casa; in questa casa ci sarà una bella terrazza, e quando mi sarò seduta in terrazza la gente passerà e mi dirà: Buongiorno Signora Metilde!…” E, a questo punto, Metilde fece una riverenza… e la ricotta cadde a terra.

A questo punto sarà opportuno sincerarsi che gli studenti abbiano capito il significato del testo con un esercizio di comprensione con domande mirate a scelta multipla o aperte.
Nota: all’interno del testo sono presenti alcune forme di Passato Remoto. Se troppo difficili per il livello della classe si possono facilmente sostituire con forme al Passato Prossimo essendo veramente poche.

3) L’insegnante dispone sul tavolo le coppie di immagini e chiede a ciascuno studente di scegliere una coppia (donna vecchia/giovane; Principe Azzurro/Shrek; bruco/farfalla), di prendere un foglio bianco e di attaccare l’immagine che rappresenta la condizione iniziale nell’angolo superiore sinistro e l’immagine che indica la condizione finale in quello inferiore destro. Il posto lasciato in bianco dovrà essere riempito con “castelli in aria” che consentano di arrivare tramite varie trasformazioni all’immagine finale. L’attività risulta più divertente se le coppie vengono scelte in modo fantasioso e lo stato iniziale e quello finale non seguono una logica ferrea o cronologicamente corretta: per esempio si può avere il Principe Azzurro che desidera diventare l’orco Shrek. I “castelli in aria” saranno ovviamente alla prima persona singolare. Ogni studente leggerà infine la propria “metamorfosi” ad alta voce.

La storia “Castelli in aria” non è di mia invenzione: era mia nonna a raccontarmela da bambina. Sarei grata a chi mi sapesse dire il nome dell’autore, visto che non sono riuscita a trovarlo nemmeno in Internet.

castelli.JPG

L’immagine in alto di questo post è tratta dal sito del Comune di Torino, quella qui sopra è il risultato dell’attività didattica svolta in classe all’Accademia del Giglio.

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