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Italiano con la storia dell’arte: cinque famose “Madonne” fiorentine

Questa attività didattica funziona come la gemella costruita su cinque annunciazioni fiorentine. Prima di affrontare questa comprensione consigliamo di prendere un po’ di dimestichezza con il linguaggio della storia dell’arte con altre attività didattiche: L’italiano con la storia dell’arte e Il materiale per dipingere.Attività 1. Per prima cosa è stata divisa la classe in piccoli gruppi: ad ognuno è stata data l’immagine di uno dei quadri (vanno bene anche gli smartphones) e ho chiesto loro di scrivere una breve descrizione dell’opera. Il testo è stato poi letto in plenum e commentato. Quando tutti i gruppi hanno finito di esporre il proprio testo ho chiesto alla classe di trovare similitudini e differenze tra le opere. Solo a questo punto ho consegnato i testi che trovate qui sotto che sono da associare alle immagini.

Attività 2. Collegate il quadro, l’autore e il titolo e la relativa descrizione tra loro.

1. Madonna del Cardellino di Raffaello Sanzio.
2. Madonna della Seggiola di Raffaello Sanzio.
3. Madonna col Bambino e due angeli di Filippo Lippi.
4. Madonna col Bambino e San Giovannino di Sandro Botticelli.
5. Madonna del Mare di Sandro Botticelli o Filippino Lippi.

a. È un dipinto a tempera su tela attribuito a Sandro Botticelli, databile al 1495 circa e conservato nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze. Maria stante tiene in braccio il Bambino e lo porge verso San Giovannino, per far abbracciare i due fanciulli. Dietro Maria si trova un roseto, fiore tipico della Vergine, con fiori di colore rosso, che rimandano al colore del sangue della Passione di Gesù. Anche la posa quasi orizzontale del Bambino e i suoi occhi chiusi riecheggiano la morte, dando un senso malinconico a tutta la rappresentazione.

b. È un dipinto a olio su tavola databile al 1477 circa e conservato nella Galleria dell’Accademia a Firenze. Il dipinto proviene dal convento di Santa Felicita a Firenze. L’opera deve il suo nome al soffuso paesaggio marino che si vede sullo sfondo attraverso una finestra. La Vergine tiene in grembo il Bambino con il tipico velo trasparente ed indossa un mantello azzurro con la stella cometa ricamata sulla spalla, al di sopra dell’usuale veste rossa. Il Bambino tiene in mano una melagrana aperta da cui ha staccato alcuni chicchi, che gli cadono dalla manina sinistra. Il frutto simboleggia la fetilità e la regalità di Maria, e il colore rosso degli acini prefigura il sangue della Passione.

c. È un dipinto a olio su tavola, databile al 1506 circa e conservato nella Galleria degli Uffizi a Firenze. Immersi in un ampio paesaggio fluviale, punteggiato da alberelli e da un ponte a sinistra, si trovano la Madonna seduta su una roccia, che regge tra le gambe Gesù Bambino, mentre san Giovannino, abbracciato dalla Vergine, è a sinistra. I due fanciulli giocano con un cardellino che simboleggia la Passione di Cristo. La composizione, sciolta e di forma piramidale, con i protagonisti legati dalla concatenazione di sguardi e gesti, deriva con evidenza da modelli leonardeschi. Maria ha le gambe e il busto ruotate verso destra, mentre con la testa e lo sguardo osserva in basso a sinistra, verso il fulcro dell’azione tra i due fanciulli. Il suo busto emerge sul paesaggio, quasi a dominarlo con la grandezza delle sue delicate forme. Gesù poggia il piedino su quello della Madonna, riparandosi tra le sue ginocchia, da alcuni letto come una citazione della Madonna di Bruges di Michelangelo.

d. È un dipinto a olio su tavola databile al 1513-1514 circa e conservato nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze. L’opera mostra Maria seduta su una sedia, da cui il nome. Essa si volta, col Bambino stretto in un tenero abbraccio, verso lo spettatore. Assiste san Giovannino, a destra, che rivolge un gesto di preghiera a Maria, affiorando dallo sfondo scuro. La Madonna solleva una delle due gambe, coperte da un drappo azzurro, scivolando quasi in avanti, in modo da creare un ritmo circolare che sembra voler suggerire il dondolio del cullare. Essa china il capo verso il figlio, facendo toccare le due teste, e creando una situazione di intima dolcezza familiare. Dietro la bellezza formale vi è uno schema compositivo geometrico, basato su curve e controcurve.

e. È un’opera a tempera su tavola, databile al 1465 circa e conservata agli Uffizi di Firenze. Si tratta probabilmente del più noto dipinto dell’artista, molto ammirato e punto di riferimento per tutte le Madonne col bambino successive, soprattutto quelle di Sandro Botticelli. Il gruppo è collocato, in modo del tutto originale, davanti ad una finestra aperta che mostra un paesaggio a volo d’uccello, dilatato fino alla linea d’orizzonte, ispirato dalla pittura fiamminga. In primo piano si trova la Madonna, nelle cui fattezze si celerebbe un ritratto della monaca e amante di Filippo, Lucrezia Buti. L’acconciatura elaborata, con veli impalpabili e perle, è un dettaglio di estremo virtuosismo, che venne ripreso in tutto il secondo Quattrocento fiorentino.

I testi sono stati presi e adattati da Wikipedia.

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