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Francesco Carone e Simon Roberts all’Ex3

L’Ex3, viale Giannotti 81 a Firenze, presenta dal 9 ottobre al 7 dicembre 2010

FRANCESCO CARONE
Horror vacui
a cura di Lorenzo Giusti e Arabella Natalini

Artista tra i più interessanti nel panorama dell’arte italiana attuale, Francesco Carone riflette sui temi della trasformazione e della circolarità dei processi creativi. La sua ricerca parte da una rilettura personale dell’universo che lo circonda (universo composito, fatto di oggetti, segni e affezioni), attraverso la quale l’artista realizza opere che si coagulano attorno a un tema o a un pensiero dominante – spesso legato alla storia e alla pratica dell’arte – e dove l’aspetto evocativo risulta sostanziale.

SIMON ROBERTS
Motherland/Homeland
a cura di Daria Filardo

Nel 2004-2005 Roberts realizza un lungo viaggio nella Russia contemporanea. La serie Motherland, con oltre 200 luoghi documentati, spazia nella geografia umana e territoriale russa presentandone un ritratto intenso che va oltre la stereotipata rappresentazione dell’Unione Sovietica post-collasso. Attraverso un’osservazione attenta, volta a raccontare le profonde differenze del territorio russo, la ricerca svela un forte senso di attaccamento alla storia comune. L’identità, la memoria, il riconoscimento del luogo di origine sono temi che muovono anche il progetto We English, realizzato in Inghilterra nel 2007-2008.

Inaugurazione sabato 9 ottobre 2010, ore 18.30, in occasione della VI edizione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI Associazione Musei d’Arte Contemporanea Italiani.

Collective Views/Collecting Photographs
Porta la tua foto e attaccala al muro!
In occasione della sua mostra personale Motherland/ Homeland negli spazi del Centro per l’arte contemporanea EX3, Simon Roberts propone la realizzazione di un lavoro collettivo, uno sguardo di insieme sulla città di Firenze fatto di molteplici punti di vista.
La realizzazione del lavoro è coerente con il tipo di indagine di Simon Roberts, fondata sulla costruzione di identità e sul senso di appartenenza al territorio raccontato attraverso una sottile negoziazione con i suoi abitanti.
Un muro nel foyer del Centro raccoglierà le fotografie che i visitatori porteranno il giorno dell’inaugurazione e durante tutta la durata della mostra.
Ognuno di noi è invitato ad attaccare al muro la propria “visione” della città, mettendo a disposizione del pubblico il proprio sguardo.
Il moltiplicarsi delle immagini farà si che il muro si riempia progressivamente.
Le immagini costruiranno un archivio visivo aperto, consultabile, eterogeneo.
L’accumulo dei punti di vista creerà una rappresentazione collettiva, intima, sociale, ironica, architettonica, reportagistica…
N.B. Le fotografie possono avere qualsiasi formato. Il materiale non verrà restituito.

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