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Sagre e feste di paese vere e taroccate

ceriCon l’arrivo della primavera tutte le campagne d’italia si riempiono di feste e sagre di paese. La parola “sagra” deriva da sacro poiché in origine si trattava di una festa di carattere religioso. Tuttavia oggi la stragrande maggioranza delle sagre hanno perso qualsiasi connotazione sacra e sono diventate occasioni per mangiare e bere fuori porta, di solito il fine settimana. Alcune feste hanno un’origine antica e risalgono addirittura al medioevo, se non prima. Tra le feste più famose citiamo il Palio di Siena, la Corsa dei Ceri a Gubbio, la festa di San Gennaro a Napoli, la sagra del Pesce di Camogli, il Carnevale di Venezia. Ma negli ultimi anni le feste popolari si sono moltiplicate e adesso ogni fine settimana c’è l’imbarazzo della scelta. Se ne trovano di tutti i tipi, pronte soprattutto a soddisfare i desideri enogastronomici di cittadini metropolitani, smaniosi di assaporare almeno per una mezza giornata la vecchia vita agreste fatta di cibi semplici e genuini, “come quelli di una volta” direbbe un famosa pubblicità. Prendiamo Firenze ad esempio: dove possono andare i fiorentini allergici a musei e mostre (e sono tanti) che non vogliono passare il week-end in un centro commerciale (normalmente agognato nelle fredde giornate invernali), oppure a casa davanti alla tv (prospettiva magra, visto la bassa qualità della tv italiana)? tortelloAl mare? No, non è ancora abbastanza caldo. Allora basta cliccare qui e scoprire un tripudio di feste: del baccello, del prosciutto, del tortello, del tartufo, del cinghiale, della birra, del crostino, del miele, dell’antipasto… Insomma, una vera e propria tortura per chi si è messo in testa di dimagrire in vista delle vacanze in spiaggia. baccelloEppure, nonostante l’alto tasso alcolemico e di colesterolo e nonostante la cronica mancanza di mezzi pubblici in occasione di tali eventi, causa questa di grandi imbottigliamenti e lotte snervanti per parcheggi inesistenti, insomma nonostante tutto, feste e sagre riscuotono sempre più successo. Se a ciò si aggiunge che una cena a una festa popolare costa spesso più che al ristorante, con la differenza che mangi in piatti di plastica cibi non troppo “semplici e genuini”, non proprio “come quelli di una volta”, allora il mistero della moda delle sagre si infittisce. Perché gli italiani le adorano? Perché in fondo sono dei campanilisti e tradizionalisti? Perché vorrebbero tanto illudersi di tornare ai vecchi tempi? Perché la vita nelle periferie delle grandi città è oltremodo noisoa? Perchè comunque un piatto tipico-popolare è sempre meglio di un fast-food? Qualcuno ha delle ipotesi o delle certezze in merito? Qualsiasi commento è bene accetto, magari anche qualche racconto di un’esperienza (positiva o negativa che sia) a una festa di paese…

3 comments to Sagre e feste di paese vere e taroccate

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