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Nuove foto a scuola e fuori di Kiyofumi Kobayashi

tavolo kiyofumiSarà anche un luogo comune, ma dalla mia abbastanza lunga esperienza con i giapponesi mi sento di poter confermare che sono un popolo di fotografi: ce l’hanno nel sangue. E non parlo dei grandi fotografi, ma penso al giapponese qualunque che fa le foto per se stesso o per i suoi amici, foto da tenere in un album o da spedire agli amici in giro per il mondo. Tutte le foto hanno sempre qualcosa di speciale, un piccolo particolare che le rende diverse. Non si può sempre affermare che siano “belle” o che addirittura siano dei capolavori, ma a volte è proprio la semplicità del mezzo fotografico, il suo digital-automatismo a creare, magari involontariamente qualcosa di nuovo. E’ il caso ad esempio del nostro amico e studente Kiyofumi Kobayashi, che con una macchinetta digitale, una Kodak v550, bellina, buona, ma pur sempre amatoriale, ha scattato queste venti immagini che trovate divise in due gallerie. La prima galleria raccoglie foto scattate a scuola con insegnanti e studenti: alcune foto, come potete vedere, sono sfocate, o mosse, con inquadrature non ortodosse, fotograficamente sgrammaticate. Queste foto però rientrano nella categoria ricordo, il momento in cui sei lì, scatti e per il fatto stesso di aver scattato questo momento esiste. La seconda galleria invece è una scelta che ho fatto io stesso tra le foto di Kiyofumi e che rappresenta oggetti e cose: ed è qui che secondo me si coglie l’altro aspetto dell’occhio fotografico giapponese: quello del gusto del particolare, ripreso magari in un insolito momento di luce o in/da una posizione/punto di vista inusuale. Questo aspetto è certamente basilare per un fotografo professionista, ma, proprio come dicevo all’inizio, l’innata capacità dei giapponesi di vedere attraverso l’obiettivo si può riscontrare anche nel fotografo dilettante.

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