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Artisti in carrozzeria 2011: la recensione

La fuga non è mai ordinata

L’edizione 2011 di Artisti in Carrozzeria si è tenuta sabato 24 e domenica 25 settembre scorsi. L’evento ha avuto luogo come negli ultimi sette anni a Pontedera, in uno spazio curioso: la Carrozzeria Rizieri. Ambiente inusuale che, di primo impatto, sembrerebbe scontrarsi con l’idea dell’arte come manifestazione rarefatta e sublime del genio creativo, ma che invece risulta suggestivo e perfettamente “accordato”. La fuga non è mai ordinata, è il titolo dell’evento di quest’anno che raccoglie artisti dalla provenienza più varia: pittori, poeti, scultori, musicisti e altro ancora. Oltre a conoscere personalmente alcuni degli artisti coinvolti (Lauraballa, Duccio Mantellassi, Mosè Risaliti…), alla fine della giornata trascorsa alla manifestazione sono riuscita a socializzare con buona parte dei presenti; perché il grande potere di questo evento risiede proprio nella opportunità di mettere in contatto persone tanto distanti geograficamente quanto per percorso creativo. Emblematico di questa capacità di accorciare le distanze spaziali e artistiche, è l’evento nell’evento, ovvero la mostra di mail-art Esserci senza Esserci: i partecipanti provenienti da continenti diversi, con una cospicua affluenza dall’America Latina, hanno inviato per l’occasione centinaia di opere, della grandezza di una cartolina, che sono state esposte l’una di fianco all’altra. Un modo per esserci, andando oltre le barriere fisiche e strumentali.

Le “eminenze grigie” alle spalle di questa settima edizione di Artisti in carrozzeria, ovvero gli organizzatori della manifestazione, sono Luca Gennai, Antonio De Rose, Barbara Calonaci, Luigi Zucconi, Enzo Correnti. Proprio quest’ultimo, adottando le vesti di un Virgilio dantesco, mi ha illustrato le caratteristiche dell’evento e dei suoi partecipanti: gli artisti portano personalmente le proprie opere alla Carrozzeria Rizieri e sono invitati ad intrattenersi con i presenti, scambiando impressioni ed esperienze, l’incontro è facilitato anche da un angolo ristoro perennemente rifornito. L’esposizione è estremamente libera e democratica: le creazioni (come i creatori) possono dialogare tra loro, confrontandosi, traendo nuovi spunti ed opportunità di maturazione artistica. Il climax della mostra, a detta di Enzo Correnti, è stato raggiunto sabato sera quando nel momento delle performance e della video-art.

Un’ottima iniziativa dunque, confermata dalla sua durata nel tempo, a cui ogni anno si aggiungono nuove leve, che purtroppo non ha ancora guadagnato l’interesse mediatico che merita. Augurandole la fortuna che fu, ormai quasi un secolo e mezzo fa, del Salon des Refusés, consiglio di tenere d’occhio il comitato artistico, in vista della prossima edizione 2012.

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