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Facciamo il punto sull’insegnamento del lessico

Come ogni anno a fine novembre si è tenuto a Firenze il convegno nazionale degli insegnanti d’italiano di lingua seconda (I.L.S.A.). Questa XIX edizione ha proposto un tema assai interessante e degno di vari punti di riflessione, ovvero l’acquisizione del lessico nell’apprendimento dell’italiano L2.

Introducendo l’argomento il professor Maggini ha sottolineato quanto sia importante nell’insegnamento delle lingue straniere un’integrazione tra grammatica e lessico, in quanto le competenze linguistico-comunicative di un discente si basano sull’acquisizione di entrambi.

Tesi questa peraltro condivisa dalla professoressa Maria Emanuela Piemontese, la quale nel suo intervento ha evidenziato la vitalità del lessico, inteso però non come un vocabolario di base (VdB) imposto dall’alto, bensì come frutto di una continua sperimentazione quotidiana, un incessante confronto con il discente reale (e non con un ideale studente, con cui ahimè molti insegnanti spesso amano confrontarsi creandosi quindi un inutile simulacro) . La questione lessicale risulta quindi meno teorica che pratica, dettata da una ricerca e un’applicazione di un VdB in funzione dello studente LS, L2 o addirittura L1. La professoressa Piemontese ha inoltre fatto notare quanti pochi siano a tutt’oggi in Italia gli studi accademici sulla centralità del lessico e come le esigue pubblicazioni sul tema siano per lo più di natura descrittiva. Infine la professoressa ha sottolineato la necessità d’includere nel VdB sia gli esotismi (computer, dvd, cd, ecc…) che le poliremariche o parole complesse (lavoro nero, carta di credito, conto corrente, in ogni caso, ecc…).

Il professor Anthony Mollica ha poi esposto i vantaggi dell’utilizzo della ludolinguistica nell’apprendimento e nell’espansione del lessico, mettendo bene in evidenza il carattere di coinvolgimento che questa nuova branca della linguistica (non ancora da tutti riconosciuta) comporta per il discente. Citando il famoso detto di Benjamin Franklin “Dimmi e dimentico, insegnami e ricordo, coinvolgimi e imparo” il professore ha perorato la causa di un apprendimento fondato sul divertimento, finalizzato però a obiettivi ben precisi, prefissati dall’insegnante, il quale dovrà sempre tenere conto dell’età, delle abilità e magari degli interessi dei suoi allievi. Come il professore mostra nel suo ultimo libro “Ludolinguistica e glottodidattica” (edizioni Guerra) le possibilità di creazione di giochi linguistici risultano infinite (o quasi): crucipuzzle, tris, mesostici, il colmo, sigle, scioglilingua, anagrammi, indovinelli, rebus, barzellette ed è proprio il caso di dire chi più ne ha più ne metta. Il tutto all’insegna del “motivare, divertire, insegnare”.

Più specialistico e descrittivo infine l’ultimo intervento della mattinata del professore Andrea Villarini dal titolo: “La competenza lessicale: un viaggio tra libri di testo e parlato del docente”, durante il quale il professore ha esposto i risultati di uno studio condotto sul lessico utilizzato in diversi manuali d’italiano per stranieri, nonché sulla lingua parlata in classe dai docenti. Si sono così scoperte ad esempio quante sono le parole più frequenti in rapporto al resto del lessico nel testo stesso (il cosiddetto corpus di occorrenze) e quali sono le aree semantiche più spesso utilizzate. Si sono poi analizzate le attività didattiche dei vari libri di testo legate all’acquisizione o all’espansione del lessico e infine sulla base di un campione d’insegnanti si è cercato di capire come in pratica i docenti parlano in classe e quali mezzi e modalità didattici adottano per aiutare i discenti nell’apprendimento.

Alla fine degli interventi sono seguite alcune domande dei tantissimi partecipanti al convegno di quest’anno e nel pomeriggio, come al solito, si sono svolti vari workshop in gruppi di 20-30 persone, tutti naturalmente correlati all’argomento del convegno. Io personalmente ho partecipato al laboratorio “Insegnamento/apprendimento/espansione del lessico attraverso la ludolinguistica” tenuto dalla professoressa Paola Begotti e Elisabetta Pavan. Inutile dire che ho imparato molto divertendomi (o meglio mi sono divertito molto imparando).

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