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AdG su Facebook

facebookDa qualche giorno abbiamo aperto un profilo anche su Facebook (per vederlo bisogna iscriversi), il social network che sta spopolando ormai da tempo in rete e che sta erodendo sempre più l’egemonia di MySpace, sebbene gli ultimi dati statistici indichino un generale calo di tempo trascorso dagli utenti su entrambi i network. Per chi non sapesse cos’è Facebook consiglio questa risposta trovata su Yahoo! Answers che ne ripercorre anche la storia. Abbiamo deciso di aprirlo perché troviamo che sia un mezzo innovativo per restare in contatto con gli ex studenti, per sapere cosa fanno, dove studiano, dove vivono… Mentre MySpace rimane un po’ freddo, più una vetrina o un mezzo di comunicazione, Facebook sembra offrire la possibilità di tenersi informati riguardo le reciproche esistenze. Un po’ troppo personale forse. Una scuola non è un individuo e non rientrerebbe quindi del tutto nello spirito di Facebook, il “libro delle facce”: Lorenza, una collega del Bard College di New York, ci ha lasciato un messaggio sul nostro Wall: “cariiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii... praticamente scrivero’ sempre ad una entita’ multipla….. interessante!”. E’ vero però che una scuola, seppur formata da più persone ha comunque un’anima, un’essenza che ogni studente che ci ha passato del tempo potrà riconoscere.

Innegabile che ci sia anche una sorta di voyeurismo da parte della scuola verso gli studenti: questi spesso si stupiscono che i loro insegnanti abbiano una vita privata (ma i professori fanno la spesa? vanno in bagno? hanno un cane?) e vengono visti come delle entità “soprannaturali” la cui vita inizia e finisce durante l’arco delle lezioni (ci sono un sacco di eccezioni, certo). Ma gli insegnanti cosa pensano che facciano gli studenti fuori dalla scuola o durante le pause tra una lezione e l’altra? Ho appena visto un video girato con il telefonino nella classe di arte e devo ammettere che è abbastanza spiazzante vedere la scuola attraverso gli occhi degli studenti. Mi sono rivisto anche in un photo album di una studentessa mentre mi facevo fare una foto insieme a lei e a Lorenzo l’ultimo giorno prima che il gruppo partisse. Ho visto foto scattate durante le gite a Lucca e Siena, sull’autobus, in treno o durante una visita alla chiesa di San Miniato. Ci sono io che faccio lezione. Facebook potrebbe quindi essere un modo per superare questo scalino, questa distanza che si crea tra insegnanti e discenti, una distanza che soprattutto in una scuola del nostro genere credo sia abbastanza inutile, se non addirittura controproducente. Uno studente di lingua dovrebbe avere più contatti possibile con il paese di cui sta studiando la lingua e con le persone che lo abitano e quindi perché non dovrebbe averne con i propri insegnanti, coloro che rappresentano il tramite tra due mondi linguistici e culturali diversi? Fa veramente piacere scoprire che gli studenti di italiano che fanno parte del network del Bard College si scrivono messaggi in italiano. E così gli ex studenti dell’AdG che sono naturalmente portati a scrivere messaggi alla loro scuola in italiano. Quali altre piacevoli scoperte ci riserverà il Facebook?

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