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Storia del cinema italiano: il cinema di genere

Per cinema di genere si intende un certo tipo di cinematografia, molto in voga tra gli anni settanta e gli anni ottanta in Italia (le cui radici si possono però ritrovare agli albori del cinema), caratterizzata da budget ridotti e produzioni non troppo curate, ma che raccoglieva l’approvazione del pubblico che affollava le sale cinematografiche. La critica ha sempre snobbato questo tipo di film, ma negli ultimi anni il “genere” è stato rivalutato e molti film sono diventati dei veri e propri “cult”. Di ogni genere esiste di solito un contraltare comico. Ecco una breve lista dei generi principali ad uso e consumo degli studenti di storia del cinema dell’Accademia del Giglio, accompagnata da link a video disponibili su YouTube.

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  • Peplum (o Sword and sandal, cioè Spada e sandalo): comprende sia il film d’azione che quello fantastico, purché di argomento storico o mitologico e quindi ambientati in contesti biblici o nel periodo Greco o Romano. Il nome peplum deriva dalla parola greca, mutuata dal latino, che indica una tunica femminile greca, il peplo, semplice da realizzare ed apprezzata dai reparti costume di questi film. Questo genere in realtà è uno dei più antichi della storia del cinema: Quo vadis? di E. Guazzoni è del 1913, senza dimenticare Cabiria di Pastrone del 1914. Il cinema dei “forzuti”, ovvero l’uso di protagonisti atletici e muscolosi, si afferma a metà degli anni ’20 con una lunga serie di film su Maciste. Un esempio: Last days of Pompeii (1959) di Mario Bonnard e Sergio Leone. Esempio comico: Totò contro Maciste (1962) di Fernando Cerchio.
  • Poliziottesco o poliziesco all’italiana: è stato un genere cinematografico di ambiente poliziesco caratterizzato da numerose scene di azione e violenza brutale, atmosfere da strada, poliziotti solitari, intrepidi, tenaci e vendicativi, interpretati da Franco Nero, Maurizio Merli o Thomas Milian. Le trame a volte prendono spunto da fatti di cronaca nera dell’epoca, sviluppandoli in chiave enfatica, demagogica o comica. Esempio: Milano violenta di Mario Caiano (1976). Esempio comico: Er monnezza.
  • Commedia all’italiana: più che un vero e proprio genere, come potrebbe essere il western o il thriller, il temine indica un periodo in cui in Italia venivano prodotte principalmente commedie brillanti, ma con dei contenuti comuni come la satira di costume e l’ambientazione preferentemente borghese, caratterizzate per lo più da una sostanziale amarezza di fondo che stempera generalmente i contenuti comici. Registi più importanti: Germi, Comencini, Risi, De Sica, Monicelli… Esempi: I mostri (1963) di Dino Risi e L’armata Brancaleone (1966) di Monicelli.
  • Commedia Sexy: filiazione della commedia all’italiana. Filmografia. Esempio: Pierino e la supplente di Marino Girolami (1982).
  • Horror: caratterizzato da scene finalizzate a suscitare nello spettatore emozioni di paura, disgusto ed orrore. Le trame solitamente vedono la presenza dell’ignoto in senso ostile (come forze, eventi, personaggi del male o di origine soprannaturale) nel mondo di tutti i giorni. Sotto-genere è il cannibal-movie. L’horror si può dire che nasca con il cinema stesso. Tra i rappresentanti maggiori di questo genere abbiamo: Bava, Freda, Margheriti, Argento, Fulci, Joe D’Amato. Esempio: Mask of the demon di Mario Bava (1960).
  • Spaghetti-western: il termine, nato negli Stati Uniti, voleva indicare dei lungometraggi girati in italiano, con budget ridotti e povertà di mezzi, secondo le convenzioni dei primi western, in parte intenzionalmente, in parte come conseguenza della limitatezza delle risorse finanziarie. Inoltre, il termine voleva alludere alla grande quantità di sangue sparso nei film, che ricordava molto il sugo sugli spaghetti. Quentin Tarantino ha detto: “Senza gli spaghetti western non esisterebbe una buona parte del cinema italiano. E Hollywood non sarebbe la stessa cosa.” Il maggiore esponente è sicuramente Sergio Leone. Da non dimenticare anche l’aspetto comico dello spaghetti western con i film interpretati da Bud Spencer e Terence Hill. Esempi: Per qualche dollaro in più e scena del triello in Il buono, il brutto, il cattivo (1966) di Sergio Leone e Il signore lo prende doppio da Continuavano a chiamarlo Trinità di Enzo Barboni (1971).
  • Decamerotico: termine usato per raggruppare e descrivere alcuni film a spiccato sfondo erotico ma senza sfondare nella pornografia, ambientati principalmente nell’Italia tardo medioevale e narranti, principalmente, le avventure sessuali del popolo e/o del clero. Il filone è involontariamente iniziato da P.P.Pasolini con la sua Trilogia della vita. Quel gran pezzo dell’Ubalda… (1972) di Mariano Laurenti.

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