Iscriviti alla newsletter


logo adgblog

Archivi

La tecnica dell’affresco: teoria e pratica

Affreschi - Accademia del GiglioL’origine della tecnica dell’affresco può essere fatta risalire a 30.000 anni fa, ai dipinti murali che si trovano nella caverna di Chauvet in Francia e a quelli nelle caverne di Lascaux in Francia e Altamira in Spagna, databili a più di 15.000 anni fa. I più antichi esempi di affreschi conosciuti su intonaco umido furono trovati sull’isola di Creta e sono datati intorno al 1500 a.C. In Italia questa tecnica risulta praticata dal IV secolo a.C., come testimoniano gli affreschi di Paestum.

La prima trattazione sistematica su questa tecnica appare alla fine del Trecento sul Libro dell’arte di Cennino Cennini. La tecnica dell’affresco, o buon fresco, indica una pittura eseguita sull’intonaco ancora fresco tramite pigmenti naturali colorati sciolti in acqua e senza l’aggiunta di tempera.

La prima fase prevede la stesura su muro bagnato di uno strato, dello spessore di circa 1 cm, di arriccio, una mescolanza di due parti di sabbia di fiume, calce spenta (o grassello di calce) e se necessario acqua. Una volta che l’arriccio si è asciugato viene tracciato su di esso il disegno preliminare, la sinopia: questa parola prende il nome da un colore naturale la terra di Sinope, città della Turchia. Su questa base viene steso uno strato di intonaco o intonachino, un composto di sabbia fine, calce e acqua, sul quale vengono poi stesi i colori. Il ritocco finale a tempera è eseguito a secco, ma proprio per questo motivo i ritocchi, con il tempo, scompaiono, mentre il colore dato a fresco, grazie a un processo chimico per cui la calce lo incorpora, fa sì che le opere rimangano pressoché inalterate nel tempo.

Ma questo rappresenta anche una delle maggiori difficoltà di questa tecnica, in cui a differenza di altre i colori non vanno sovrapposti, ma accostati: proprio per questo gli errori sono difficilmente correggibili. Inoltre il colore dato a fresco si modifica asciugandosi, per cui l’artista deve avere alle spalle una grande esperienza. Infine, poiché si può lavorare solo su una parte dell’affresco alla volta, i grandi affreschi vengono divisi in giornate di lavoro per cui c’è un continuo bisogno di raccordi, ovvero per poter lavorare sull’intonaco fresco bisogna ogni giorno stenderne solo una piccola parte da aggiungere a quelle precedenti senza che si notino le interruzioni.

Verso la fine del Quattrocento per poter meglio realizzare le rappresentazioni prospettiche vennero apportati dei cambiamenti al procedimento: la sinopia ad esempio fu sostituita dal cartone preparatorio, un disegno delle stesse dimensioni dell’affresco che viene traforato lungo le linee del disegno, sovrapposto all’intonachino e spolverato con polvere di carbone o con la sinopia, in modo da lasciare sull’intonaco la traccia del disegno. Per i grandi affreschi questa operazione viene eseguita ogni giorno con differenti sezioni del cartone fino a completare il disegno complessivo.

L’Accademia del Giglio di Firenze propone ormai da 13 anni corsi di affresco intensivi per tutti gli artisti che vogliano provare questa difficile ma emozionante tecnica. Il corso ha la durata di 56 ore distribuite nell’arco di un mese in orario pomeridiano e permetterà di conoscere, con l’aiuto di un Maestro d’Arte, le varie fasi di questa tecnica in modo che i partecipanti ricevano tutte le informazioni necessarie per poter continuare il proprio percorso personale di ricerca artistica. Per informazioni rivolgersi alla segreteria della scuola per telefono: 0039 055 2302467 o per email: adg.assistance@gmail.com

Articoli correlati:

La tecnica del pastello: siti, artisti e corsi

La tecnica dell’acquerello: storia e pratica

La pittura a olio: tecnica, storia e pratica

4 comments to La tecnica dell’affresco: teoria e pratica

  • massimo

    ciao mi chiamo Massimo e sono un pittore che dipinge a olio , mi farebbe piacere affrontare l’esperienza dell’affresco , ho solo un problema ,sarebbe: l’intonaco che preparo io si sgretola, non capisco come mai? uso sabbia e calce di grassello .Se puoi darmi un’indicazione mi farebbe molto piacere ,ciao Massimo

  • roberto balò

    Gentile Massimo, il problema può dipendere da molti fattori come la percentuale di sabbia/grassello (di solito 1 a 1), la temperatura esterna e del supporto, se hai bagnato il supporto, l’altezza dello strato, ecc. Ti consigliamo di fare diverse prove, l’affresco non viene mai al primo colpo! In bocca al lupo.

  • Mir

    all my fresco paitings made in Firenze did burst/crack after being back a couple of months in Holland. At the paint mill (the last mill in the world where they make piments) they say it is because the layer was not thick enough or the material of the plaster used is too old. It should not be opened for longer than one year. Will that be the reason?
    (trying in Italian:)

    Tutti I miei pittura affresco fabricato in Firenze ha fatto scoppiare/crepa dopo essere tornato un paio di mesi in Olanda. Press oil mulino di vernice (l’ultimo mulino nel mondo dove fanno piments) che dire che e perche lo strato non era abbastanza spesso o il materiale dell’intonaco utilizzato e troppo vecchio. Non devono essere aperti per piu di un anno. Che sara il motivo?

Scrivi un commento