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Italiano con la storia dell’arte: il Museo del Bargello a Firenze

Volete imparare la storia dell’arte e allo stesso tempo migliorare il vostro italiano? Provate a svolgere gli esercizi proposti in questa attività didattica sul famoso Museo del Bargello di Firenze (che tra l’altro si trova esattamente davanti all’AdG). Se avete bisogno di ripassare il vocabolario di base della storia dell’arte altre attività le trovate in fondo al post tra gli articoli correlati.

collagebargello

Attività 1. La descrizione del Museo del Bargello: scegli l’aggettivo corretto.

Il Museo nazionale del Bargello è il più rilevante/rilevanto museo italiano di scultura, ed il più importanto/importante al mondo per la scultura rinascimentale/rinascimentala. Si trova in via del Proconsolo 4 a Firenze, conserva capolavori di Michelangelo, Donatello, Ghiberti, Cellini, Giambologna, Ammannati ed altri importanti/importante scultori. Conserva inoltre una granda/grande raccolta di arti applicate/applicati, quest’ultime divise principalmente per tipologia.

Attività 2. La storia dell’edificio. Rimettete in ordine cronologico i paragrafi.

a. In occasione del centenario di Donatello nel 1887 il salone venne destinato ad accogliere opere dell’artista e della scultura quattrocentesca fiorentina. Del 1888 è la donazione della raccolta dell’antiquario lionese Louis Carrand, del 1886 è la donazione Conti, del 1899 la Ressman e del 1906 la Franchetti arricchendo il settore delle arti applicate.

b. Nel 1865 venne inaugurato il Museo nazionale: al piano terreno vennero allestite due sale d’armi, con oggetti provenienti  dall’armeria medicea e dal Guardaroba di Palazzo Vecchio, e una sala di scultura del Quattro-Cinquecento. Nel salone del primo piano trovarono posto le sculture proveniente dal salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio.

c. Duramente colpito dall’alluvione del 1966, ha subito una serie di rammodernamenti e spostamenti. Il 13 luglio 2006 ha subito un plateale furto durante l’orario di normale apertura di tre gioielli antichi della sezione islamica.

d. Trasferito il carcere alle Murate, venne deciso nel 1859 il restauro del complesso protrattosi fino al 1865: fu ripristinato l’antico aspetto e si affidarono le decorazioni pittoriche delle sale a Gaetano Bianchi.

e. Nell’Ottocento, il barone Seymour Kirkup finanziò una serie di sondaggi all’interno della cappella di Santa Maria Maddalena, a seguito dei quali, il 21 luglio 1840, il pittore-restauratore Antonio Marini riportò alla luce un ritratto di Dante, che secondo Vasari era stato dipinto da Giotto.

f. Ampliato successivamente con un nuovo edificio su via dell’Acqua tra il 1260-80 nel 1295 venne realizzato il cortile porticato, tra il 1316 e il 1320 venne rialzato sui lati di via Ghibellina e via dell’Acqua. Alla metà del Trecento divenne sede anche del Podestà.

g. Il primo nucleo, affacciato su via del Proconsolo, già iniziato nel 1255, venne realizzato secondo Giorgio Vasari da Lapo Tedesco, inglobando il vecchio Palagio, la torre dei Boscoli e alcune case e torri della Badia Fiorentina.

h. Dal 1574, sotto il duca Cosimo I de’ Medici, sede del bargello, ovvero il capo delle Guardie o di Piazza, che provvedeva agli arresti, interrogatori e provvedeva anche ad eseguire le condanne capitali. Nei quasi tre secoli, in cui venne adibito a carcere, nel cortile furono murati gli archi del loggiato e del verone, le sale più grandi vennero suddivise con tramezzi per ricavarne un maggior numero di celle e furono coperte le pitture e le decorazioni.

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San Giorgio – Donatello

Attività 3. La torre Volognana e la Montanina. Inserite nel testo le seguenti parole: campana, prigione, sotterranei, torre. 

Sul Canto del Bargello all’angolo con via Ghibellina, si trova, inglobata nel fianco del palazzo, la torre denominata “Volognana”, che raggiunge l’altezza di 57 metri. La __________ , nei cui __________ ebbe per secoli angusto spazio la __________ , venne così chiamata dal nome di Geri da Volognano, uno dei primi carcerati che vi furono rinchiusi.

Alla sommità è posta la __________ chiamata dai fiorentini “la montanina” che suonava sempre in funeste occasioni come per richiamare i giovani alle armi, o per annunciare esecuzioni capitali, o in caso di sollevazioni e tafferugli che generavano sempre feriti e morti.

Attività 4. Il cortile. Scegliete la preposizione corretta.

Il cortile, porticato su/sugli tre lati con archi a tutto sesto su pilastri ottagonali, venne realizzato in/nel XIII secolo e arricchito nel secolo successivo dal verone e dalla scala costruita sul lato non porticato, di/da Neri di Fioravanti in/tra il 1345 e il 1367.

Nella/In seconda metà dell’Ottocento il cortile fu la parte del palazzo maggiormente valorizzata dai restauri del Mazzei e furono restaurati gli stemmi dei/degli podestà e dei/degli giudici di ruota.

L’allestimento del cortile presenta sculture provenienti del/da Palazzo Vecchio e dei/dai giardini di Boboli e Castello. Al centro del cortile si trova un grazioso pozzo ottagonale e qui si trovano esposte anche alcune pregevoli statue per/in marmo, come le sei sculture allegoriche di/da Bartolomeo Ammannati (Firenze, l’Arno, l’Arbia, la Terra la Temperanza e Giunone), l’Oceano del/dal Giambologna e alcuni rilievi di Benedetto da Maiano.

Attività 5. Le sale. Associa ad ogni sala la descrizione di ciò che contiene.

1. Sala di Michelangelo e della scultura del Cinquecento

2. Sala degli Avori

3. Cappella di Maria Maddalena e sagrestia

4. Collezione Islamica

5. Salone di Donatello e della scultura del Quattrocento

6. Verone (Loggiato al primo piano)

7. Sala del Verrocchio e della scultura del secondo Quattrocento

8. Sala dei Bronzetti

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Bacco – Michelangelo

a. La sala è allestita con gli avori entrati al Bargello nel 1889 con la raccolta Carrand, un antiquario francese che donò la sua collezione a Firenze. L’allestimento, risistemato nel 1988, è stato arricchito da manufatti in legno, cuoio e osso, di destinazione affine.

b. Qui sostavano i condannati a morte prima di iniziare il loro cammino verso il patibolo. Tenendo conto di tale uso si spiegano gli affreschi 1340 attribuiti alla bottega di Giotto: alle pareti laterali, le Storie di santa Maria Egiziaca, di santa Maria Maddalena, di san Giovanni Battista, fulgidi esempi di penitenti e peccatori redenti; sulla parete d’ingresso l’Inferno, e sulla parete di fondo il Paradiso, dove fra gli eletti è rappresentato anche Dante Alighieri con in mano la Commedia, il ritratto più antico e probabilmente più vicino alla realtà del grande poeta.

c. Questa sala è stata destinata alla scultura cinquecentesca. Spiccano tra le numerose opere quelle di Michelangelo Buonarroti, con alcune opere giovanili come il Bacco (1497), la sua prima scultura a tutto tondo scolpita a 22 anni e uno dei rarissimi soggetti profani del grande artista, prima di venire travolto dall’ondata di religiosità predicata con veemenza da Savonarola. La figura dell’ubriaco vacillante, quasi in equilibrio su un piede solo, è scolpita in uno stile maestoso e ben modellato che richiama le sculture classiche. Del 1504 è invece il Tondo Pitti, un bassorilievo in parte incompiuto che rappresenta la Madonna con Gesù Bambino e San Giovannino. Il Ritratto di Bruto del 1539 è l’unico busto pervenutoci di Michelangelo, che secondo il Vasari rappresenterebbe Lorenzino de’ Medici, chiamato “Lorenzaccio” per aver ucciso suo cugino il duca Alessandro de’ Medici. Nella sala sono presenti anche opere di Benvenuto Cellini e di Giambologna, rappresentato da uno dei suoi capolavori, il Mercurio bronzeo del 1576.

d. Tra i capolavori custoditi in questa sala spiccano alcune delle opere migliori di Donatello, come il San Giorgio proveniente da una nicchia di Orsanmichele, i due David, uno giovanile in marmo (1408-09) e quello celeberrimo in bronzo del 1440 circa, dal bellissimo modellato, il primo nudo nell’arte occidentale dai tempi dell’arte romana. Altre sue opere sono il busto di Niccolò da Uzzano, un ritratto di spiccato realismo in terracotta, il Marzocco (1418-1420), leone in pietra serena che poggia una zampa sul simbolo di Firenze. In questa sala figurano anche importanti opere di altri artisti, come le due celebri formelle del Sacrificio di Isacco che Lorenzo Ghiberti e Filippo Brunelleschi fusero per partecipare al concorso pubblico del 1401 per realizzare la porta nord del Battistero di San Giovanni, universalmente riconosciute come le prime opere in assoluto dove si nota un superamento dello stile gotico verso maggiore classicismo tipico del Rinascimento.

e. Costruito fra il 1317 e il 1320, con la trasformazione del Palazzo in carcere il loggiato venne murato e suddiviso in celle; con i restauri ottocenteschi fu ripristinato. Nel 1932 venne allestito con sculture cinquecentesche, per lo più provenienti da decorazioni di fontane e giardini: fra queste la serie degli animali in bronzo del Giambologna, provenienti dalla grotta della Villa Medicea di Castello.

f. Dal 1982 la sala ospita oggetti islamici tra cui oggetti metallici dei secoli XIII-XV, maioliche, avori, gioielli, armi, cinque tappeti e stoffe. In questa sala è stata forzata una vetrina nel luglio 2006 durante il normale oratorio di apertura, sottraendo tre gioielli di grande valore: una collana d’oro e un paio di orecchini del XII secolo, un anello con pendaglio del XIII secolo.

g. La sala ospita una delle collezioni più importanti di bronzetti, con il nucleo maggiore appartenente alle collezioni medicee. Sicuramente prima in Italia per qualità e dimensioni, qui si trovano alcuni pezzi di assoluto pregio come l’Ercole che “scoppia” Anteo di Antonio del Pollaiolo e il Ganimede di Benvenuto Cellini. In questa sala si trova anche il pregevole camino realizzato da Benedetto da Rovezzano.

h. Spicca tra le opere esposte il David del Verrocchio in bronzo (1470 circa), di un realismo quasi opposto al classicismo di Donatello. Opera dello stessa artista è la delicata Dama del Mazzolino e il Busto di Piero di Lorenzo de’ Medici. Altri busti di personaggi celebri del Rinascimento sono qui esposti, come il Giovane guerriero di Antonio del Pollaiolo e il ritratto di Pietro Mellini di Benedetto da Maiano. Numerose sono anche le sculture, sia statue che rilievi, di Mino da Fiesole e di Antonio Rossellino.

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I testi sono stati tratti e adattati da Wikipedia.

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