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Storia del cinema italiano: il cinema toscano

Durante un corso di storia del cinema all’Accademia del Giglio, abbiamo provato a capire, insieme con gli studenti, se esiste un vero e proprio filone di cinema che potremmo inserire in una sorta di genere denominato “toscano”.  Proprio come esiste la cucina toscana, ci siamo chiesti se esista anche un cinema toscano e quali caratteristiche potrebbe avere. Ci sono diversi film che sono stati girati in Toscana da toscani e che hanno alcuni elementi in comune. Uno di questi è che quasi tutti sono commedie.

Mario Monicelli, in effetti considerato il capostipite della commedia all’italiana, era toscano e quindi sicuramente ha indicato una linea precisa che poi altri registi hanno continuato a percorrere: l’omaggio a Monicelli che si trova nel film Il ciclone di Leonardo Pieraccioni ne è un esempio evidente (nel film Monicelli, che non si vede di persona ma se ne sente solo la voce, interpreta il nonno del protagonista). Monicelli era nato a Viareggio, quindi un toscano della costa, dotato di quell’ironia e sarcasmo graffiante tipici della zona. Anche se si trasferì a Roma, a Cinecittà, poiché il cinema si faceva praticamente solo lì, le sue radici sono rimaste sempre in Toscana dove ha girato uno dei suoi film più famosi, Amici miei. Il film, che in realtà è una trilogia, parla di un gruppo di amici fiorentini a cui piace fare gli scherzi: è un film che tratta di gioia, di genio e sregolatezza, ma allo stesso tempo è un film di dolore, in cui la vecchiaia, la morte e la delusione sono sempre in agguato. Per alcuni critici Amici miei segna anche il punto di passaggio tra la commedia all’italiana classica e un nuovo tipo di commedia, più moderna e meno legata agli schemi soggettistici degli anni ’60 e ’70.

L’altro regista e attore fondamentale per questo “genere toscano” è sicuramente Roberto Benigni: Benigni ha iniziato come attore comico e solo più tardi nella sua carriera è diventato regista, con il film Tu mi turbi del 1983. Il suo film più toscano e allo stesso tempo forse anche quello più distante dagli stereotipi di questa regione è probabilmente quello girato insieme a Massimo Troisi, Non ci resta che piangere: la comicità toscana fusa completamente con quella napoletana creano un’opera che va oltre i confini di genere e geografici. Nel film i due protagonisti finiscono casualmente indietro nel tempo, in piena epoca rinascimentale ed è così che decidono di impedire a Cristoforo Colombo di scoprire l’America! Un film picaresco, un road-movie quattrocentesco in cui la trama è un canovacccio per far liberare la comicità dei due attori:  così l’incontro con Leonardo da Vinci in cui provano a insegnargli a giocare a carte o a costruire lo sciacquone o inventare il treno e l’energia elettrica, diventa una gag memorabile!

Un altro importante regista toscano, un pratese per la precisione, è Francesco Nuti, che con una decina di film da regista è diventato tra gli anni ’80 e i ’90 famoso in tutta Italia, facendo dei film comici, tristi e estremamente poetici. Già nei primi film in cui era diretto da Maurizio Ponzi (Madonna che silenzio c’è stasera, Casablanca, Casablanca o Io, Chiara e lo Scuro) erano presenti queste caratteristiche che poi nei suoi film da regista furono ancora di più esaltate (Tutta colpa del Paradiso, Stregati, e Caruso Paskoski).

Nuti, prima di intraprendere una carriera da solo, era uno dei componenti di un gruppo di attori chiamato i Giancattivi, di cui faceva parte anche un altro regista e attore molto importante: Alessandro Benvenuti. Anche lui rientra a pieno titolo in questo filone di film aggiungendoci un’ironia graffiante, a volte anche cattiva, al limite della maleducazione. Basti vedere la comicità surreale di Ad Ovest di Paperino, passando per lo spassosissimo Benvenuti in casa Gori fino agli ultimi film che, purtroppo, non hanno mai ricevuto il tributo di pubblico che forse si meriterebbero.

Un altro regista e sceneggiatore toscano è Giovanni Veronesi, anche lui di Prato e amico di Francesco Nuti. Ha firmato molte regie importanti e ultimamente ha girato diversi film di successo, come Manuale d’amore, anche se questi film non rientrano propriamente nel filone toscano. Molto più radicati nel territorio sono, invece, Leonardo Pieraccioni, e Massimo Ceccherini. Leonardo Pieraccioni ha iniziato come comico facendo spettacoli in giro per la Toscana, poi negli anni ’90 con un paio di film, I laureati e Il ciclone è diventato famoso in tutta Italia. Nonostante questo, i suoi film sono estremamente toscani, a partire dall’uso del vernacolo fiorentino. Si rifanno al filone della commedia all’italiana, soprattutto a quelli di Monicelli. Massimo Ceccherini è un ottimo caratterista: recita sempre in toscano e ha una comicità surreale che si rifà a quella dei già citati Giancattivi. Al momento ha girato da regista solo tre film che hanno avuto un successo limitato, ma che sono apprezzati dagli amanti del genere.

Paolo Virzì è un regista livornese: i suoi film sono molto divertenti e lo humor toscano è sempre in primo piano. Tra i suoi film da vedere c’è sicuramente Ovosodo, la storia tragicomica di una famiglia livornese raccontata da un bambino, Tutta la vita davanti, un film sui giovani e sul lavoro precario e l’ultimo, uscito nel 2010, La prima cosa bella.

Uno dei grandi registi della generazione precedente è Franco Zeffirelli, il famosissimo regista fiorentino, che però a differenza di quelli citati finora, non segue il filone della commedia: tra i suoi film più noti, possiamo elencare Romeo e Giulietta, Fratello Sole, Sorella Luna sulla vita di San Francesco, e Gesù di Nazareth. Comunque, Zeffirelli si è soprattutto occupato di regia di opere liriche sia per il cinema che per il teatro, come Otello, La cavalleria rusticana o La traviata. Abbastanza recente è un suo film storico con elementi autobiografici, ambientato nella Firenze degli anni ’30: Un tè con Mussolini del 1999. Nel genere drammatico ci sono poi due registi pisani, due fratelli, che da sempre lavorano insieme, Paolo e Vittorio Taviani: tra i loro film più interessanti troviamo Padre padrone e La notte di San Lorenzo.

Purtroppo non siamo riusciti ad individuare registe importanti, ma sicuramente ci sono ottime attrici. Una di queste è Athina Cenci che insieme a Nuti e Benvenuti faceva parte dei Giancattivi: ha interpretato molti ruoli comici, ma anche alcuni drammatici, soprattutto in alcune serie televisive di grande successo.

Infine ci sono anche molti film che non sono di registi toscani, ma che sono ambientati in questa regione.  Sempre per parlare di film e registi italiani, uno dei più famosi è forse Io ballo da sola di Bernardo Bertolucci, con la bellissima Liv Tyler, ambientato nella campagna senese. Anche Federico Fellini girò alcune scene de I vitelloni di Fellini sono girate a Firenze e Dino Risi ha spesso ambientato le sue storie o parte di esse in Toscana (Il sorpasso, Una vita difficile).

Tra i film stranieri girati in Toscana ricordiamo Camera con vista di James Ivory, Ritratto di signora di Jane Campion, Hannibal di Ridely Scott, tutti girati a Firenze, oppure Sotto il sole della Toscana di Audrey Wells.

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