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Mangiare la luna: un’ipotesi di lettura.

Lo scorso 6 Giugno è stata inaugurata la libreria La Cité in Borgo San Frediano a Firenze e in quest’occasione è stata presentata anche la raccolta di poesie “Mangiare la luna”, nata dalla collaborazione per una performance teatral-musicale di due artisti: Cristina Abati, autrice e interprete dei testi poetici e Massimo Fantoni, musicista e chitarrista.
Cristina AbatiIl titolo, “Mangiare la luna” (editrice Zona, 15 Euro Libro + CD), sembra quasi espressione di un capriccio infantile e al contempo di un desiderio di impossessarsi di ciò che è lontano da noi, estraneo dal nostro mondo e, dunque, alto, superiore, distaccato.
L’intera raccolta mi è apparsa come il bisogno gridato talvolta, altrove disperatamente sussurrato, di evasione, di fuga dalla contingenza tramite la poesia (Mi rifugio nella poesia), la fantasia (Stormi neri), l’estraniazione (Sarò corpo), il ricordo (Respiro), la dimenticanza (Dimentico me), la luce bianca e smaterializzante del sole (Correre).
All’interno dei vari testi composti, da versi franti, ritornano immagini in cui epifanie di figure del passato si mischiano a ricordi, come in cassetti disordinati dove, alla rinfusa, si trovano pittorescamente insieme lettere, foto sbiadite, polvere e nastri colorati.
È forte, tuttavia, l’appiglio al presente e alla sua materialità che aggredisce chi legge con la cruda concretezza dei suoi oggetti (l’auto, il phon, il cemento, il catrame), vincoli imprescindibili che richiamano alla realtà di sempre e al suo graffiante squallore. Da esso è possibile evadere solo attraverso un rifugio disperato nel segreto della poesia e dei ricordi che vengono dall’interiorità e che, dunque, splendono di una luce intensa, colorata, a volte persino violenta, ma che non può fare male e che si oppone prepotentemente al buio, all’oscurità della notte che inghiottisce e fa perdere se stessi.
La raccolta di poesie è unita a un cd in cui i testi, letti dall’autrice stessa, sono accompagnati dalle musiche del compositore Massimo Fantoni.

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